Quando un genitore non smette di lottare. La tenacia nel salvare il figlio aumenta il risarcimento

La giustizia riconosce il valore del legame familiare, quando l’amore diventa "prova.”

22 Ottobre 2025


Un bambino muore per un errore medico. I genitori avevano fatto di tutto per salvarlo. La Corte di appello di Napoli  (1) ha recentemente riconosciuto che quella forza, quell’amore e quella presenza costante giustificano il massimo risarcimento possibile per la perdita del rapporto parentale.

⚖️ Il caso

Due genitori hanno citato in giudizio due ospedali: entrambi avevano sbagliato diagnosi e ritardato gli esami che avrebbero potuto salvare il loro bambino, malato di tumore all’occhio. Per anni i genitori hanno seguito il figlio in ogni cura, affrontando medici, spostamenti e speranze. Ma la diagnosi era arrivata troppo tardi. Il Tribunale di Napoli li aveva già risarciti, riconoscendo non solo il dolore per la perdita del figlio, ma anche un aumento massimo del risarcimento previsto. Gli ospedali hanno fatto appello. Ma la Corte d’Appello di Napoli ha confermato tutto: la sofferenza dei genitori è tale da meritare la personalizzazione più alta del danno.

💬 La decisione

I giudici hanno chiarito che:
👉 Il dolore per la perdita di un figlio non ha bisogno di prove, perché è un sentimento naturale, che si presume tra genitori e figli.
👉 Il giudice può aumentare il risarcimento quando vede un legame familiare particolarmente intenso, come nel caso di genitori che hanno lottato fino alla fine per salvare il proprio bambino.

La Corte ha descritto quei genitori come devoti, presenti, tenaci, capaci di affrontare tutto pur di salvare la vita del figlio. Per questo, il risarcimento è stato aumentato del 40% oltre le tabelle standard.

⚙️ Gli istituti giuridici coinvolti (in parole semplici)

Responsabilità medica → Quando un ospedale o un medico sbagliano diagnosi o cura, causando un danno alla salute o alla vita del paziente.
👉 Serve una consulenza tecnica (perizia medica) che dimostri l’errore e il nesso tra la condotta e il danno.

Danno da perdita del rapporto parentale → È il dolore e il vuoto che una persona subisce quando perde un familiare stretto (figlio, genitore, coniuge, fratello).
👉 Il giudice presume questo dolore se il legame  familiare è stretto. Non serve dimostrare l’affetto con documenti o testimoni.

Personalizzazione del danno → È l’aumento che il giudice può applicare quando il caso è particolarmente grave o umano.
👉 Qui è stata riconosciuta la massima personalizzazione perché i genitori avevano dimostrato amore, presenza e dedizione straordinarie.

📋 Cosa bisogna fare per ottenere il risarcimento

Raccogliere la documentazione medica: tutte le cartelle cliniche, referti, diagnosi e comunicazioni devono essere conservate. È la base di ogni causa.

Richiedere una perizia medico-legale: un esperto indipendente deve valutare se c’è stato un errore diagnostico o terapeutico e se questo ha causato la morte o l’aggravamento del paziente.

Verificare la legittimazione. possono chiedere il risarcimento i familiari più stretti (genitori, figli, coniuge, fratelli).

Agire in giudizio; l’avvocato deposita l’atto di citazione contro l’ospedale o il medico, chiedendo il risarcimento dei danni patrimoniali (spese sostenute) e non patrimoniali (dolore, perdita affettiva).

Dimostrare la condotta umana e familiare. Non basta il dolore: la legge riconosce un risarcimento più alto a chi ha dimostrato tenacia, amore, presenza e dedizione, come nel caso deciso a Napoli.

💡 Perché è importante saperlo

Questa decisione ricorda che la giustizia non guarda solo ai fatti, ma anche alle persone. Dietro ogni errore medico ci sono storie di amore, sacrificio e dolore.
La legge deve tenerne conto, e può farlo riconoscendo più di quanto le tabelle standard prevedano.

🔍 Ricorda: La giustizia non è solo numeri, ma empatia. Quando un genitore non smette di lottare, quel gesto vale più di mille prove. E il diritto lo riconosce: l’amore, quando è vero, è anche una forma di tutela.

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NOTE
  1. Corte d’Appello di Napoli, sez. VIII, sent. 24 settembre 2025 n. 4424.
  2. Cass. civ. 3767/2018; Cass. civ. 9010/2022; Cass. civ. 22397/2022.
  3.  Art. 2727 c.c. (presunzione del danno morale).

Andrea Borsani Ho sempre creduto che ognuno possa fare la sua parte per migliorare le cose. Nel mio piccolo, voglio rendere l’esperienza giuridica semplice. Per questo, con i clienti ho un approccio da “amichevole avvocato di quartiere” e ho dato vita al progetto Simplius.

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