Non è più solo un problema “di educazione”: ora è un rischio lavorativo da prevenire. Con il Decreto-legge le molestie e le condotte violente entrano ufficialmente tra i rischi lavorativi che il datore di lavoro deve prevenire al pari degli infortuni, dei macchinari pericolosi o delle sostanze nocive. Non si parla più solo di comportamenti sbagliati, ma di pericoli concreti per la salute, anche psicologica, del lavoratore. Le molestie diventano un problema di sicurezza, non più solo di rispetto.
Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) è il documento obbligatorio che ogni datore di lavoro deve redigere per individuare tutti i pericoli presenti in azienda e stabilire come prevenirli. In pratica è una mappa dei rischi del luogo di lavoro. Dentro il DVR si trovano: i rischi presenti (fisici, ambientali, organizzativi, relazionali); le misure adottate per evitarli; le procedure di sicurezza; la formazione prevista per i lavoratori. Con le nuove regole, il DVR deve ora comprendere anche il rischio di violenza e molestia, incluse quelle di genere. Questo significa individuare situazioni di disagio, dinamiche abusive, comportamenti umilianti e possibili contesti pericolosi sul piano relazionale.
Per prevenzione non si intende reagire dopo che il danno è avvenuto, ma agire prima che succeda. Prevenire significa: creare regole chiare sui comportamenti ammessi; informare i lavoratori su cosa è considerato molestia; formare il personale sul rispetto e sulla dignità; predisporre canali sicuri per segnalare episodi; intervenire subito alle prime avvisaglie.
La molestia è vista come un comportamento inaccettabile che mette a rischio la salute e la serenità del lavoratore e come tale deve essere prevenuta, contrastata e gestita in modo strutturato.
La sicurezza oggi non riguarda solo la protezione fisica, ma anche quella psicologica e relazionale. Il sistema si fonda su tre pilastri: 1. prevenzione: individuare i rischi prima che causino danni; 2. formazione: educare i lavoratori alla sicurezza e al rispetto; 3. vigilanza: controlli reali e concreti sulle misure adottate.
La tutela della dignità personale diventa parte integrante della sicurezza lavorativa, trasformando il luogo di lavoro in uno spazio che deve essere sano, rispettoso e privo di paura.
Le imprese devono: aggiornare il DVR includendo il rischio di molestie; adottare policy comportamentali chiare; prevedere procedure di segnalazione riservata; garantire formazione mirata; monitorare nel tempo il clima interno.
Le pubbliche amministrazioni dovranno integrare questi obiettivi nei piani contro le discriminazioni e nei sistemi di sicurezza aziendale.
La formazione diventa obbligatoria e registrata nel fascicolo elettronico del lavoratore. Questo consente controlli più efficaci da parte degli organi ispettivi e una maggiore responsabilizzazione del datore. Anche le piccole imprese sono coinvolte, con modalità proporzionate, ma senza esenzioni.
Chi lavora ha oggi una tutela rafforzata: il disagio non è più “normale”; la molestia non è più un fatto privato; il silenzio del datore può diventare responsabilità. La salute non è solo fisica. È anche equilibrio emotivo, dignità e rispetto.
Se sei lavoratore: non minimizzare i comportamenti ripetuti; segnala attraverso i canali aziendali; conserva prove e testimonianze.
Se sei datore: aggiorna il DVR subito; forma il personale; crea un clima chiaro e sicuro.
Ricorda: Un ambiente sicuro non è solo quello senza pericoli fisici. È quello dove si lavora senza paura, umiliazioni e pressioni. La prevenzione oggi passa anche dal rispetto.
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