Un uomo, condannato per abusi su una bambina di quattro anni, aveva chiesto di riconoscere il figlio avuto con un’altra donna. La Cassazione (1) ha detto no: quel riconoscimento avrebbe potuto mettere in pericolo la serenità del bambino. In casi come questo, la legge protegge prima di tutto il minore, anche se significa negare il legame biologico.
La legge distingue due situazioni:
1. Figli nati da genitori sposati 👉 sono automaticamente riconosciuti come figli della coppia.Non serve nessun atto di riconoscimento, perché vale una presunzione legale di paternità.
2. Figli nati da genitori non sposati 👉 non c’è nessuna presunzione.
In questo caso, il padre deve fare un riconoscimento formale del figlio, cioè una dichiarazione con cui dice di esserne il genitore.
Se il bambino ha meno di 14 anni, serve anche il consenso dell’altro genitore. Ma quel consenso può essere negato se il riconoscimento non è nell’interesse del minore (2).
La Cassazione ha ricordato un principio chiaro:
Il diritto di un genitore a riconoscere il proprio figlio non è assoluto.
Può essere limitato, o anche escluso, quando il riconoscimento danneggia il bambino. Nel caso specifico, i giudici hanno valutato che: l’uomo aveva una condanna definitiva per pedofilia, era stato indagato per diffusione di immagini intime, aveva già perso la responsabilità genitoriale su un’altra figlia. Per questo, il riconoscimento avrebbe comportato un rischio concreto di turbamento nello sviluppo del bambino.
Essere padre biologico non basta per essere considerato padre dalla legge.
Quando ci sono gravi reati legati alla sfera sessuale, lo Stato tutela prima di tutto il minore, anche se questo significa negare un legame di sangue. È una decisione rara, ma serve a ricordare che la genitorialità è un dovere, non solo un diritto.
Se i genitori sono sposati, il figlio è automaticamente riconosciuto. Se non sono sposati, il riconoscimento richiede il consenso dell’altro genitore.Quel consenso può essere rifiutato, ma solo se il riconoscimento farebbe male al bambino. Se un genitore ha avuto condanne gravi, specialmente per reati contro minori, il riconoscimento del figlio può essere bloccato. Il tribunale valuta sempre solo l’interesse del bambino: se il riconoscimento gli fa bene, viene concesso;se può fargli male, viene negato. In casi simili, i giudici tengono conto di tutto: condanne penali, indagini pendenti, relazioni familiari e comportamenti passati.
Il messaggio della Cassazione è forte e chiaro: l’amore biologico non basta, serve l’amore responsabile. Davanti alla legge, l’interesse del minore vince sempre.
Ricorda: la genitorialità non è solo un fatto biologico, ma un impegno morale e affettivo, davanti alla legge, l’interesse del minore vince sempre.
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