Vi è mai capitato di trovarvi in vacanza improvvisamente? Magari perchè il vostro datore di lavoro ha deciso di darvi le ferie senza preventivarlo. Sappiamo che le ferie costituiscono un diritto irrinunciabile per ogni lavoratore. Tutti ne hanno diritto. Servono a recuperare le energie psicofisiche e partecipare alla vita familiare e sociale. Così come il lavoratore non può rinunciare alle ferie, al contempo, il datore non può negarle. Eppure, l’organizzazione delle ferie rientra nei poteri del datore di lavoro. Il datore può prendere in considerazione, nel rispetto delle esigenze dell’azienda, le richieste dei singoli dipendenti.
Le ferie possono essere collettive, quando ad esempio riguardano l’intera azienda, una sua unità produttiva, un reparto o anche un settore. Tipiche ferie collettive sono quelle riconosciute durante le festività natalizie, pasquali, estive. Poiché le ferie collettive interessano un numero importante di dipendenti, generalmente l’azienda le organizza attraverso il piano ferie. All’interno di esso viene indicato un periodo entro il quale ogni dipendente può decidere la data delle proprie ferie.
Il piano ferie viene verificato dal datore, il quale una volta approvato, lo comunica ai dipendenti.
Sono, invece, individuali quelle riconosciute al singolo dipendente dopo averne fatto richiesta. Può riguardare un qualunque giorno dell’anno, o più giorni.
È il datore di lavoro che, in ogni caso, deve accogliere o meno la richiesta del lavoratore, il cui esito avviene, con comunicazione scritta.
Se il lavoratore non usufruisce del periodo minimo previsto dalla legge e dal contratto collettivo di lavoro, il datore di lavoro, per evitare eventuali sanzioni, può obbligarlo a consumarle.
Qualche mese fa la Suprema Corte di Cassazione è intervenuta sull’argomento (1).
Alcuni lavoratori avevano citato in giudizio il loro datore di lavoro reo di avere imposto le ferie senza alcuna comunicazione.
Il giudice di primo grado aveva accolto la richiesta dei dipendenti condannando la società al ripristino del monte ore illegittimamente decurtato.
Anche la Corte d’Appello confermava la sentenza di primo grado. Non era stato allegato né provato, secondo i giudici, il fatto che ai singoli dipendenti fosse stata comunicata la necessità di esaurire le ferie residue.
I lavoratori avevano, così, diritto al risarcimento del danno in quanto il datore di lavoro gli aveva precluso la possibilità di godimento delle ferie.
La società datrice di lavoro, convinta delle proprie ragioni, ha proposto ricorso per Cassazione.
La Suprema Corte ha rigettato la richiesta.
È si vero, dice la Corte di Cassazione, che, in linea generale, l’imprenditore può fissare il periodo di godimento delle ferie per i dipendenti e può anche modificarlo nel caso di sopravvenute esigenze aziendali. È anche vero, però, che anche le modifiche devono essere comunicate ai dipendenti.
Così come il lavoratore deve, a sua volta, comunicare immediatamente al datore le sue difficoltà ad usufruire delle ferie nel periodo stabilito.
Tutto questo è espressione del potere organizzativo e direttivo del datore di lavoro e il lavoratore può soltanto indicare il periodo in cui intende godere del riposo annuale.
Nel caso interessato dalla Suprema Corte, l’imprenditore comunicava lo smaltimento delle ferie maturate, prima della cassa integrazione straordinaria, soltanto alla rappresentanza sindacale e non anche ai lavoratori.
La Cassazione ha ritenuto che questa comunicazione non fosse sufficiente, non potendo sostituire quella diretta al lavoratore, che conserva il diritto a programmarle.
In tal modo i Giudici hanno dichiarato l’illegittimità del collocamento forzoso in ferie dei lavoratori, evidenziando che il comportamento omissivo del lavoratore, che non contesta il collocamento in ferie, non costituisce rinuncia alle stesse, essendo irrinunciabili per come previsto dalla Carta Costituzionale.
Ricordate bene, alle ferie non si può rinunciare. Prima programmate le ferie, meglio è. La richiesta andrà fatta per iscritto. È vero che il datore avrà sempre l’ultima parola, ma dovrà motivare il rifiuto. Pertanto, organizzarsi con largo anticipo, vi darà la possibilità di facilitare l’accoglimento della richiesta.
